Forse non tutti sanno che Gallipoli, oltre ad essere una rinomata località balneare, racchiude in sé eccezionali esempi di architettura antichissima, come la Fontana greco-romana.
Essa è più comunemente conosciuta come Fontana Greca o Fontana Ellenica.
La fontana attualmente sorge nei pressi del Ponte Antico, attiguo al castello, nel tratto che congiunge il vecchio borgo con la parte nuova della città.
In origine nei pressi dell’area delle antiche terme, le fontanelle, nel XVI sec. si trova presso la Chiesa di San Nicola e qualche anno dopo nel luogo in cui è oggi.
La Fontana Greca è protagonista di una storia incredibile che risale alle sue origini. A quando risale?
Vi sono ancora dei dubbi a riguardo. La tradizione gallipolina la celebra come costruita dalle popolazioni elleniche nel lontano III sec. a.C. Da questo deriverebbe il suo nome.
Secondo questa idea, la Fontana Greca sarebbe la più antica fontana d’Italia!
Storia
Inizialmente, oltre alla tradizione locale, anche alcuni critici pensavano che la fontana risalisse al III secolo a.C. Dopo altri studi, tuttavia, risultò più corretto collocare l’opera architettonica in età rinascimentale.
Dalla zona delle fontanelle passò, dal 1548 fino al 1560, presso la scomparsa Chiesa di San Nicola. Poi, dal 1560, la troviamo nel posto in cui è tuttora, accanto al Ponte di Gallipoli.
Ma il dubbio sulle sue origini persiste: il gusto che creò la fontana è quello dell’arte dell’Antica Grecia, quello di un popolo che usava il mito come modo per esprimersi. Secondo questa teoria, con le invasioni dei Goti, le statue sarebbero state rimosse per poi, nel 1560, essere reinserite nella struttura.
Qualunque sia la vera datazione, la Fontana Greca suscita ancora oggi grande interesse e curiosità.
Come appare
La fontana è composta da due facciate, alte circa 5 metri: una rivolta a Nord-Ovest e l’altra a Sud-Est.
La facciata Nord-Ovest ha funzione di sostegno e risale al 1765. Su questa si staglia lo stemma di Gallipoli stessa, caratterizzato dall’immagine di un gallo con una corona e un’epigrafe latina che recita fideliter excubat, ossia vigila fedelmente. Ben in evidenza sono anche le insegne del sovrano Carlo III Borbone.
In basso c’è l’abbeveratoio a cui si dissetavano gli animali, da cui, negli anni Cinquanta, veniva prelevata l’acqua destinata alle famiglie che non ne avevano in casa.
La facciata Sud-Est è suddivisa in tre blocchi, scanditi da quattro cariatidi che sorreggono l’architrave con un ricco decoro dell’altezza di circa 5 metri.
Nei tre comparti ricavati tra le quattro cariatidi si stagliano dei bassorilievi. Essi raffigurano le metamorfosi di tre figure mitologiche. Si tratta di Dirce, Salmace e Biblide, donne trasformate in fonti.
Lo stemma di Gallipoli
Sempre su questa facciata, in alto, domina lo stemma del re di Spagna Filippo II, circondato dal simbolo della città di Gallipoli. Numerose crepe attraversano la facciata, minacciando la stabilità della fontana stessa. Ma accostiamoci e osserviamo meglio le tre figure mitologiche trasformate in fonti.
Il mito di Dirce…
Dirce era moglie di Lico, re di Beozia. Questi accolse nella sua casa la nipote Antiope, cacciata dal padre. Dirce trattò la ragazza come una prigioniera e quando ella diede alla luce due gemelli, il re ordinò che i neonati venissero abbandonati. I bambini vennero salvati da un pastore e, divenuti adulti, cercarono la loro vendetta. E così fu: Lico e Dirce vennero legati a dei tori che avrebbero dovuto dilaniarne le membra.
Ma Dioniso ebbe pietà di Dirce e la trasformò in una fonte.
Sulla nostra fontana la malcapitata è rappresentata tra due tori, con Dioniso colto nell’atto di trasformarla.
…di Salmace
Salmace era una ninfa che si era invaghita del dio Ermafrodito.
Quando un giorno Ermafrodito giunse nei pressi della fonte di Salmace, ella lo afferrò pregando gli dèi di poter restare eternamente con lui. Essi accolsero la sua richiesta e congiunsero i due giovani in un unico corpo. Ermafrodito maledisse la fontana chiedendo che chiunque vi si bagnasse dovesse condividere il suo tragico destino.
Sulla Fontana Greca i due giovani sono rappresentati mentre, alla presenza di Afrodite e Eros, si trasformano in un’unica fonte.
…e di Biblide
Biblide era la sfortunata figlia di Mileto e della ninfa Ciane. Si innamorò del fratello Cauno, il quale, naturalmente, rifiutò il suo amore e fuggì. Biblide lo cercò disperata e alla fine cadde stremata nel mare delle sue stesse lacrime. Gli dèi ebbero pietà di lei e la trasformarono in una fontana.
Qui la ninfa giace distesa con il mantello del fratello tra le mani.
Anche se rovinata e piena di misteri sulla sua origine, la Fontana Greca appare maestosa e curiosa al turista: è una ventata di Grecia a Gallipoli, un insieme di storie che giungono dal passato.
Una curiosità: le Poste Italiane, vista la bellezza e la storicità della fontana, hanno incluso la Fontana Greco-Romana di Gallipoli nella serie dei francobolli dedicati alle Fontane d’Italia.