La Basilica Cattedrale di Sant’Agata

La Cattedrale di Sant’Agata è intitolata alla patrona di Gallipoli. Un tempo qui sorgeva una chiesa medievale e la Basilica barocca nacque nel 1629. Ha una facciata in carparo con una grande ricchezza decorativa. Con tre navate e 12 altari, è una vera e propria pinacoteca con tele di Catalano e Malinconico. Conserva la Reliquia di San Fausto e fino al 1380 era qui anche la mammella di Sant’Agata.

Ci troviamo nel cuore della città di Gallipoli, a Via Duomo. Qui sorge una delle chiese più importanti per i gallipolini, sia dal punto di vista religioso che artistico, ossia la solenne Basilica Cattedrale intitolata a Sant’ Agata vergine e martire.

Conosciuta anche come Duomo di Gallipoli, la cattedrale è dedicata alla patrona della città ed è stata dichiarata monumento nazionale già sotto Vittorio Emanuele III, nel 1940.

Si trova al centro, nel punto più alto del centro storico ed è un colosso appartenente al periodo barocco e contenente così tante tele da essere considerato una vera pinacoteca.

La sua costruzione iniziò esattamente nel 1629…ma andiamo con ordine!

Storia

Nello stesso luogo in cui oggi sorge la Cattedrale, un tempo c’era una chiesa medievale, distrutta nel XVII secolo. Proprio qui, in quest’area sacra fin dal lontano 1126, nacque quella che sarebbe stata la casa della santa patrona di Gallipoli. Secondo D’Elia, canonico della cattedrale, la basilica risaliva al XII sec. e aveva uno stile normanno romanico pugliese.

Distrutta questa nel 1629, nacque la cattedrale, una chiesa barocca, figlia del XVII secolo.

Il principale committente della Cattedrale di Gallipoli fu il medico Giacomo Lazzari che affidò la costruzione della chiesa agli architetti locali Francesco Bischettini e Scipione Lachibari. Essi seguirono il progetto dell’architetto Giovan Bernardino Genuino e il risultato fu la splendida Basilica Cattedrale di Sant’Agata.

Come si presenta all’esterno

La facciata principale della chiesa è in carparo, la pietra leccese, e presenta una ricchezza decorativa tipica del periodo a cavallo tra ‘600 e ‘700. Incisa sul frontone è la data 1696, anno in cui la cattedrale venne ultimata. Gli stili che qui si scontrano sono due e ben diversi, sviluppatisi nell’arco di tempo tra il 1683 e il 1696. Sono molti gli architetti a dare il loro apporto e, nel 1683, è il grande architetto-scultore Giuseppe Zimbalo a ispirare gli artisti locali nella decorazione della parte superiore della facciata.

Il prospetto è, quindi, diviso in due ordini. Quello inferiore ha lesene di ordine dorico, intervallate da portali di accesso e da nicchie con le statue di Sant’Agata, San Fausto e San Sebastiano, sempre in pietra leccese.

Quello superiore presenta, come l’inferiore, nicchie inquadrate da cornici e con statue di Santa Teresa d’Avila e Santa Marina. Al centro si apre un finestrone e il tutto culmina con un frontone su cui si staglia la data del 1696.

Non c’è una torre campanaria ma si può notare una torre civica.

I tesori che custodisce al suo interno

La chiesa è a croce latina, con tre navate e due file di dodici colonne doriche a separarle. Esse trasmettono all’ampio ambiente una sensazione di raffinatezza e rigore, che si va ad accostare armoniosamente al fasto delle cornici e dei fregi circostanti.

A rendere ancora più solenne l’interno della chiesa sono i dodici altari barocchi. L’altare maggiore, realizzato dall’artista tedesco Giorgio Aver, presenta splendidi marmi policromi che ne esaltano la forma sfarzosa.

Lungo le navate laterali la pittura è l’indiscussa protagonista della chiesa, che diventa una vera e propria pinacoteca di tele di ‘600 e ‘700. Si possono, infatti, ammirare le numerose pale d’altare realizzate dai pittori gallipolini Giovanni Andrea Coppola e Giovan Domenico Catalano. Esse decorano gli altari dedicati alle Anime del Purgatorio, alla Vergine Assunta, al Martirio di Sant’Agata, a San Giorgio, all’Adorazione dei Magi e al Miracolo di San Francesco da Paola. Di notevole rilievo è la raffigurazione della Vergine col Bambino tra i Santi Andrea Apostolo e Giovanni Battista, inquadrata in una cornice di undici formelle.

Ogni altare ha la sua solenne pala d’altare e, a ogni passo, una nuova opera d’arte si svela al visitatore.

Nel XVIII sec. il pittore napoletano Nicola Malinconico diede il proprio apporto donando tele uniche alla cattedrale. Ci sono la Cacciata dei Mercanti dal Tempio, l’Entrata in Gerusalemme, scene tratta dalla Vita di Sant’Agata, tra cui il Sepolcro di Sant’Agata, la Santa che placa l’eruzione dell’Etna e Sant’Agata visitata in carcere da San Pietro. Ci sono anche la Glorificazione della Santa, il Processo, la Condanna della Santa ad opera di Quinziano e il Miracolo del paralitico.

Le Reliquie

Nella Cattedrale sono anche custodite le Reliquie di alcuni santi, tra cui quelle di San Fausto e di Sant’Agata. La mammella di Sant’Agata è rimasta qui fino al 1380 e oggi è nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina: qui fu trasportata alla conclusione dei lavori di costruzione dell’edificio dal suo fondatore, Raimondello Orsini Del Balzo.

Essa è legata a un miracolo del 1126, quando una madre, dopo un sogno premonitore, trovò suo figlio con in bocca la mammella della Santa.

Informazioni per visitarla

Apertura al pubblico: Orario invernale ed estivo, tutti i giorni dalle 09,00 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 20,30.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale o chiamare il numero 0833 261987.

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