L’ Isola di Sant’Andrea dista circa un miglio dal centro storico di Gallipoli e ha un’estensione di circa cinquanta ettari.
Conosciuta anche come L’Isola di Gallipoli, si presenta completamente pianeggiante e con un’altezza che non supera mai i 3 metri. Proprio per questa sua “bassezza“, è costantemente spazzata dal vento e dai marosi e ciò non ha permesso la crescita di una ricca vegetazione.
Non per niente, gli antichi Messapi che qui abitarono la chiamavano Achtotus, ovvero terra arida! Nonostante ciò è un sito di notevole importanza faunistica, soprattutto per la nidificazione di una specie di gabbiani, quella del Gabbiano corso, e fa parte del Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta della Suina.
L’Isola di Sant’Andrea, visibile con il suo alto faro dalla città e oggi disabitata ma visitabile, offre uno spettacolo davvero unico da tutti i punti di vista.
La sua storia
Tra IX e III sec. a.C. il popolo dei Messapi aveva colonizzato le terre del Salento e, come abbiamo visto, conosceva l’isola come Achtotus. L’area in precedenza era già stata abitata e infatti, ancora oggi, si trovano testimonianze di insediamenti dell’Età del Bronzo.
Quando vi giunsero i Romani, conquistando Gallipoli, l’antico nome scomparve. Non sappiamo il suo nome dell’epoca ma quel che è certo è che esso divenne Isola di Sant’Andrea con l’arrivo dei Bizantini. Essi costruirono qui una cappella dedicata al santo…e il nome venne da sé e rimase!
In passato gli abitanti di Gallipoli usavano la loro isola per far pascolare le greggi: si credeva che la corta erba che vi cresceva donasse un ottimo sapore alla loro carne e ne migliorasse la qualità. Tramite imbarcazioni i pastori giungevano sull’isola che, a nord, aveva una fonte d’acqua dolce.
Oggi l’isola è completamente disabitata, popolata solo da quella flora e quella fauna che l’hanno resa un patrimonio naturalistico unico, un luogo incontaminato da preservare.
Nel 1997 era stata inserita, su proposta del Ministero della Difesa, nella lista dei beni da vendere a privati. Nel 2000 associazioni e partiti politici ottennero dal Tribunale di Lecce la sospensione di qualsiasi vendita. Ecco la solitaria Isola di Sant’Andrea, un bene invendibile e bellissimo!
L’Isola
La nostra isola appare bassa e arida, coperta da poche piante appartenenti alla macchia mediterranea. La colorano strati di sale delle continue mareggiate.
Nella parte nord c’è una zona paludosa ricca di giunchi, collegata al mare tramite due piccoli canali: un modo per evitare il ristagno dell’acqua e il diffondersi della malaria. Nella parte sud si staglia un faro di 45 metri, costruito nel 1866, e ora ristrutturato: è lui che gli abitanti di Gallipoli contemplano dalla loro città.
Ci sono due approdi, uno a nord-est e uno a sud-est.
L’Isola di Gallipoli appare come un vero paradiso. La sua posizione lontana dalla terraferma e il clima ostile in cui vive l’hanno resa così.
È venuto a crearsi un ecosistema incontaminato, poco adatto ad essere coltivato ma perfetto per la vita di alcune specie di flora e fauna. In particolare è questo l’unico luogo, su versante ionico e adriatico, in cui nidifica il Gabbiano corso.
Parco Naturale Regionale “Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta Pizzo”
L’Isola si trova, infatti, nel bel mezzo del Parco Naturale Regionale, che comprende anche Punta della Suina e il tratto di spiaggia sud di Gallipoli, tra Torre del Pizzo e Li Foggi.
È un’area naturale protetta del Comune di Gallipoli, sorge su una superficie calcarea piatta e ospita splendidi esemplari della macchia mediterranea. Mirto, rosmarino, lentisco, giglio, ginepro, alaterno, ginestra spinosa…tutto questo si può trovare e l’incredibile Gabbiano corso domina sull’Isola.
Isola del Campo
Sul lato scirocco di Gallipoli vecchia c’è anche l’Isola del Campo. Essa è a metà strada tra la città e l’Isola di Sant’Andrea e anticamente era collegata alla città attraverso un piccolo istmo.
È disabitata, spoglia, estesa circa un ettaro, più uno scoglio che un’isola: anche qui i marosi imperversano e l’hanno resa così arida.
È piuttosto anonima ma i pescatori che le passavano vicino erano soliti farsi il segno della croce. Questo perché qui sono stati rinvenuti numerosi scheletri.
Era l’antico cimitero di Gallipoli? Quello in cui le vittime della peste erano state sepolte?
Non c’è risposta e non c’è nessuna cappella a confermarlo. Ma il suo fascino di luogo abbandonato e cimitero rimane.
Lo Scoglio del Lazzaretto
Lo Scoglio del Lazzaretto si trova nei pressi della capitaneria di porto di Gallipoli. Anticamente qui sorgeva una costruzione e si usava per mettere in quarantena gli equipaggi a cui era rilasciata la patente sanitaria.
Oggi c’è un bellissimo ristorante, Il Marechiaro, dove gustare specialità di mare.